Dalla notte all’alba – Resoconto sul pellegrinaggio

E’ la mezzanotte di sabato 12 maggio, quando un gruppo di circa cinquanta giovani, vestiti con comodi abiti e scarpe da tracking, si ritrova a Villa Santa Maria a Tossignano, accolti da Don Matteo, per un momento di riflessione sotto la grande croce illuminata. Una successiva meditazione curata da Fra Cecco a cui segue l’adorazione e poi via, il gruppetto di ragazzi parte alla volta di Imola.

E’ proprio questo il senso del pellegrinaggio che Papa Francesco ha chiesto di vivere nel 2018, anno di preparazione al sinodo dei giovani: un luogo di ritrovo, una partenza, un viaggio in cui condividere preghiera e fatiche, infine una meta.

Non a caso, ad accompagnare questi giovani sono stati proprio gli spunti che il Pontefice ha scritto nel messaggio lasciato in occasione della 55esima giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, dove il fedele è invitato a “parlare, discernere e chiamare a vivere”.

Dunque, nella prima sosta la meditazione ha sottolineato la figura di Abramo, nella seconda di Giacobbe e nella terza ha rievocato invece lo spirito della chiamata dei primi discepoli.

Durante il viaggio i pellegrini hanno potuto fare esperienza di questa chiamata che, proprio a partire dal silenzio notturno, alternato a tratti da canti e preghiere, non può non prescindere da un atteggiamento di apertura e di sfida verso la vita che ogni giorno ci attende.

Qualora, ci dice Papa Francesco “la Sua voce rimanga soffocata dalle molte preoccupazioni e sollecitazioni che occupano la nostra mente e il nostro cuore” è necessario ugualmente provare a mettersi in ascolto e in attesa, perché l’opera di discernimento diffida dal chiasso e dalla confusione. L’uomo di oggi ha bisogno di “assaporare il gusto della contemplazione, di riflettere con serenità sugli eventi della sua vita e di operare, fiduciosi nel premuroso disegno di Dio per noi”. Al discernimento, il dialogo privato e comunitari con Dio, deve seguire l’azione pratica: una scelta, perché “il Signore chiama ancora a vivere con Lui e andare dietro a Lui in una relazione di speciale vicinanza, al suo diretto servizio”.

Il cammino, che si è protratto per tutta la notte, è poi terminato con le lodi alle 6 del mattino della domenica, sul piazzale del duomo, in compagnia del Vescovo Tommaso Ghirelli.

Una notte, insomma, limpida e stellata, che ha dato a molti la possibilità di rinnovarsi spiritualmente e di meditare sul senso profondo del discernimento, inteso come colloquio intimo con Dio.

Anche Suor Erica, delle Piccole suore di Santa Teresa, ha sottolineato che è stato importante tale particolare clima di raccoglimento e di preghiera perché “il camminare nella notte, mentre tutto il resto intorno a te è addormen

tato, con la certezza che la luce dell’aurora è prossima ad arrivare, è come la certezza che Dio agisce con grazie e doni anche nel buio più oscuro; anche quando non ce ne rendiamo conto o siamo dormienti, Lui agisce ed è per noi luce aurorale”.

Così anche Sofia, una pellegrina, ha potuto sfruttare questo momento di cammino notturno per compiere una riflessione personale; per prendersi “tempo utile” da rubare all’ordinarietà di una vita sempre di corsa, “un tempo per me, per potermi affidare a Dio, perché senza di Lui possiamo fare bene poco. Questo senso del di più, mi sono portata a casa l’indomani, con gioia e serenità”.

Questo il senso profondo di un evento singolare, fortemente voluto dalla stessa Consulta diocesana PG: un momento vissuto da tutti, pellegrini ed organizzatori, con grande partecipazione e desiderio.

 

(Foto di Francesco Fiori)